Pensioni, nel 2022 Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contributi, poi Quota 104 dal 2023. La proposta del governo alla maggioranza

19 Ottobre 2021

Quota 102 nel 2022, per poi passare a quota 104 l’anno successivo, nel 2023. Sarebbe questa, a quanto apprende l’Adnkronos, la proposta avanzata nella cabina di regia sul documento di programmazione del bilancio dal ministro dell’Economia Daniele Franco per riformare quota 100, bandiera della Lega approvata dal primo governo Conte per superare la legge Fornero.

In sintesi, con quota 102 si può ambire alla pensione a 64 anni, con 38 di contributi all’attivo. Con quota 104 l’asticella dei requisiti salirebbe di due anni.

Il Consiglio dei ministri sul Documento programmatico di bilancio è stato convocato per le 16.30

Dopo le elezioni amministrative, per il governo Draghi è tempo di pensare alla legge di Bilancio 2022. Si lavora soprattutto per Quota 100, in scadenza a fine dicembre. Come sarà sostituita? Ecco le ultime ipotesi.

Una delle proposte sarebbe quella di Quota 102, transitoria per due anni, per gestire il ‘dopo Quota 100’ evitando di tornare di colpo allo scalone della legge Fornero.

Se questa idea, da un lato non sembra piacere alla Lega, che si dice contraria alla misura e chiede ancor più flessibilità, dall’altro non sembra convincere del tutto il centrosinistra, che vorrebbe un meccanismo più selettivo di sostegno a chi svolga lavori usuranti e alle donne.

La Legge di bilancio sarà complessivamente di 25 miliardi. Nelle prossime ore sarà varato il DEF, il documento di programmazione economica e finanziaria. Per la manovra vera e propria, come di consueto, ci dovrebbe volere più tempo anche perché le norme cambieranno fino all’ultimo, a seconda delle intese politiche raggiunte.

Anche altre opzioni sono state esplorate, compreso l’Ape contributivo, come è stata ribattezzata la proposta del presidente dell’Inps Pasquale Tridico di consentire l’uscita anticipata da 63-64 anni con una penalizzazione dell’assegno fino al raggiungimento dei 67 anni.

Sul tavolo resterebbero l’ampliamento a nuove categorie dell’Ape sociale, la proroga di Opzione donna e anche l’eventuale ampliamento del contratto di espansione.

In ballo sul fronte della previdenza resta anche la questione dell’adeguamento degli assegni in essere all’inflazione.

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